Il Sistema Nervoso è un nostro organo molto sensibile e attento a tutto ciò che avviene in noi e attorno a noi.
Questo vale anche per la dentatura: un molare avverte una forza di soli 4 grammi o uno spostamento di soli 12µ. Il µ (=micron) è la millesima parte di un millimetro. Per fare un paragone concreto: un capello è spesso 90µ.
Questo è il buon motivo, la grande sensibilità dei denti, per cui quando eseguo dei controlli dentali o un Molaggio Sensoriale Dinamico cerco di essere il meno invadente possibile: ritocchi assai brevi, molto leggeri, molto veloci (mezzo secondo), con sciacqui frequenti.
Agli sciacqui attribuisco una grande importanza:
- Consentono di pulire la bocca dalle polveri;
- Consentono di alimentare le mucose ed evitare di avvertire una secchezza;
- Consentono di muovere tutti i muscoli della bocca, in un relax fisiologico;
- Consentono di deglutire la saliva e la poca acqua che rimane in bocca dopo lo sciacquo; e in tal modo avviene un reset propriocettivo, ovvero i denti inferiori contattano quelli superiori, e questo fornisce segnali e informazioni importanti al cervello (che è l’ammiraglio che guida tutta la nave).
Io parlo molto col paziente.
Non forzo mai con le mie mani i suoi movimenti della bocca, ma semplicemente chiedo al paziente di effettuare con la sua volontà alcuni movimenti: li osservo e li studio per capire se sono regolari e fisiologici oppure se sono irregolari e scorretti.
Chiedo sempre al paziente le sue sensazioni; che devo interpretare e a cui devo dare un significato logico, per capire se le dinamiche della bocca siano in fisiologia o in disfunzione.
Durante il Molaggio Sensoriale Dinamico (la riequilibratura occlusale), tutto questo dialogo è continuo e incessante: la collaborazione del paziente è sempre più viva e attiva.
Notare che tutto il processo di ri-equilibratura avviene in modo del tutto indolore e tranquillo; non c’è e non ci deve essere sofferenza, la ri-equilibratura effettuata nella massima tranquillità, calma e confort del paziente è per me la garanzia di ottenere le informazioni più valide e mirate per il mio buon operare.
Guido quindi il paziente con la parola, ma non è un mio monologo solitario: procedendo nella ri-equilibratura il paziente è sempre più capace di aggiungere suoi commenti molto significativi e utili.
Pertanto diminuiscono le mie parole e aumentano quelle del paziente: è un dialogo, dove chi parla sono i denti del paziente stesso. Io, come gnatologo, devo essere capace di ascoltare le “parole” dei denti del paziente. Questa descrizione, a prima vista può apparire quasi assurda, ma descrive l’attenzione sempre più fine che dedico ai segnali neurologici che provengono dalla guida neuro-muscolare del cervello sui denti, sull’occlusione, per arrivare all’ottimizzazione dell’occlusione.
E’ inutile dilungarsi in tecnicismi: il paziente con una buona occlusione si dimentica di avere dei denti! Come un piede. Non pensiamo al piede mentre camminiamo; ci pensiamo solo se ci duole o se abbiamo anche un piccolo fastidio. Se funziona, ce lo dimentichiamo. In relazione ai denti e alla bocca, dobbiamo dimenticarci come deglutiamo, come mastichiamo, come respiriamo.
Gnatologo
La gnatologia è quella branca dell’odontoiatria che studia l’apparato masticatorio NEI SUOI aspetti anatomico-funzionali, PER RISOLVERNE EVENTUALI DISFUNZIONI E PATOLOGIE.
Samuel John Porter Gnatologo, studio a Formia via Tommaso Costa 16